Delibera “Zara” e astensione in Consiglio comunale

Nell’ultimo consiglio Comunale, che si è tenuto il 22.12.2020. mi sono astenuto in ordine alla delibera che prevedeva un forte sconto sulla monetizzazione dei canoni relativi ai parcheggi pertinenziali per una struttura commerciale di medie dimensioni.

Ha rappresentato un fatto rilevante per me, dato che era la prima volta che accadeva ed alla luce del ruolo di capogruppo di Lecce Città Pubblica, che ricopro in consiglio comunale.

Di seguito, riporto il  mio intervento:

“Vorrei dire in premessa, per evitare strumentalizzazioni, che non è in alcun modo in discussione la fiducia al Sindaco, che è -e rimane- il mio Sindaco, che ho cercato, voluto, sostenuto e con il quale ho inteso ed intendo condividere questa esperienza politica.

Qui si tratta di affrontare e dibattere di una delibera che ha ad oggetto uno sconto sulle monetizzazioni dei parcheggi pertinenziali in riferimento all’immobile ex Ariston e Fiamma, poi Bingo, già lasciato libero nel settembre del corrente anno.

Una delibera che mi vede d’accordo nell’obiettivo che persegue: riqualificare un tratto di via Trinchese, il cuore della nostra città commerciale, consentendo alla società proprietaria dello stabile di ospitare il monomarchio “ZARA”, ma non mi convince nel metodo e, più in generale, nelle modalità con cui è stata costruita.

In particolare, mi chiedo se non si fossero potuti utilizzare valori di monetizzazione differenti o se tale scelta sia, al tempo stesso, sia legittima che imposta dalla normativa di riferimento, ad esempio. Perché utilizzando valori differenti, non sarebbe stata forse necessaria alcuna scontistica.

Sempre nel metodo, poi, mi chiedo se non sarebbe stata opportuna l’adozione di un regolamento, come quello per il DUC, valevole per tutti e non per uno solo.

Mi chiedo ancora, se non sarebbe stata opportuna una gestazione più lunga in commissione urbanistica e attività produttive, presentando un testo “aperto” accettando il contributo dei consiglieri e dei gruppi.

Mi chiedo quale è l’effetto delle deroghe nel tempo, visto che mi pare che la struttura in esame abbia già avuto una deroga in precedenza ma nell’istruttoria non la leggo.

Queste alcune domande…

Ma credo ci sia da affrontare anche un tema più grande: la differenza tra ciò che è discrezionale, perché riconosciuto dalla norma regolamentare come tale, e ciò che può apparire arbitrario, perché non sufficientemente giustificato.

Perché il Regolamento Regionale del n.11 del 2018, all’art.3, riconosce una discrezionalità all’ente, in presenza di alcuni requisiti, di derogare agli standards pertinenziali anche fino al 100%.

La discrezionalità, riconosciuta dalla norma regolamentare, però, ritengo, non sia sinonimo di arbitrarietà, soggettività, presunzione, indizio, ma che vada sostenuta da un’istruttoria corposa, analitica, certa, indiscutibile mentre, invece, quella riportata in delibera non mi soddisfa, non mi convince.

Una norma, poi, quella regolamentare, sulla quale sarebbe opportuno riflettere, perché trovo anche un po’ ingiusto che un per spostare un’azienda di meno di 100 metri si debbano sostenere costi per circa 600.000 euro.

Tornando alla delibera, poi, credo che l’istruttoria indicata non debba essere fatta su presunzioni ma su elementi di fatto e di diritto certi nello spazio e nel tempo: in sostanza non con l’utilizzo del diary future, le cose da fare in agenda, ma con la situazione esistente qui ed adesso.

Una delibera che impatta sulla situazione finanziaria dell’ente, che non sono certo si possa consentire operazioni di questo tipo: visto lo stato in cui versa la nostra città. Ma dato che le somme sono vincolate, in particolare quel tratto di città.

Ma vi è di più: a me piacerebbe, che questo sforzo interpretativo sia riservato a tutte le categorie produttive, oggi al collasso, per la grave crisi pandemica, seguita a quella economica già esistente.

Insomma, queste parole non sono ne contro il sindaco, ne contro la giunta, men che meno verso la proprietà o un attività commerciale, quanto di dico vuole essere una  rivendicazione di un metodo e una critica alle asserzioni che raggiungono lo scopo di ridurre le monetizzazione degli standards pertinenziali ma non quello di convincermi.

Per questo motivo mi asterrò nella votazione degli emendamenti, che obiettivamente non sono in grado di dire quanto effettivamente migliorino il testo, sebbene apprezzi molto la sua sottoscrizione, signor Sindaco, con la quale intende difendere correttamente, coerentemente e legittimamente il Suo operato e quello dei Suoi assessori e mi asterrò nella votazione della delibera.

mi spiace molto ma…

Vedete credo molto, parafrasando Gandhi che sia meglio esprimere liberamente la propria opinione che limitarsi a pronunciare un si unicamente per compiacere o, ancora peggio, per evitare problemi”.