Il Piano Urbanistico per scrivere il futuro di Lecce

Come è noto, l’ultimo strumento di pianificazione urbanistica della città risale agli anni ottanta e, in questi anni, Lecce è decisamente cambiata nel suo aspetto e nelle sue dimensioni.

La Giunta ed il Sindaco hanno ripreso in mano il tema, tanto da farne un obiettivo di quest’esperienza amministrativa ed assegnandosi un cronoprogramma, che porterà probabilmente alla conclusione dell’iter di adozione entro la scadenza del mandato.

Tuttavia, non possiamo non ricordare che, ad oggi, è stato speso circa un milione di euro per uno strumento non ancora in possesso della città e che l’iter di completamento di quanto già redatto deve essere il più possibile corale, dovendo coinvolgere non solo i cittadini ma anche le categorie produttive, i sindacati, gli studenti, l’Ateneo e i cittadini.

Perché Lecce è la città del barocco ma anche delle marine, di Tito Schipa ma anche di Quinto Ennio; è città universitaria,  della zona industriale, delle aree produttive e dei borghi rurali; ma anche quella dell’artigianato e del piccolo commercio, dei turisti e dei residenti delle marine. 

È evidente, quindi, che non si tratta solo ed esclusivamente di tracciare delle linee su una cartina della città, affidandosi al disegno geometrico del territorio, ma di tenere insieme quelle che si ritengono essere le direttrici di sviluppo del nostro territorio cittadino, da qui ai prossimi anni. 

L’obiettivo strategico, dunque, è quello di ricucire le tante “parti” della città, lungo l’asse dello sviluppo sostenibile, che ne tuteli l’ambiente e migliori la qualità della vita dei suoi abitanti. L’altra grande opzione è una organizzazione urbana che riduca le disuguaglianze e rafforzi il welfare cittadino e la rete dei servizi alle persone a partire da quelle più fragili e indifese. A questo scopo la pianificazione urbanistica non può che essere correlata con la programmazione economico-sociale: una relazione indispensabile per utilizzare al meglio i finanziamenti europei e nazionali, quelli del PNRR e del CIS. 

Lecce ha bisogno di una visione e di un progetto per costruire il suo futuro e il PUG è certamente lo strumento fondamentale per offrire alla città gli obiettivi programmatici e gli strumenti operativi idonei a realizzare una città aperta, inclusiva, verde, accessibile e sostenibile. Casa e welfare, ambiente e salute, economia urbana e lavoro, spazio pubblico e mobilità, cultura e Università: sono soltanto alcune delle questioni che hanno bisogno di politiche pubbliche adeguate per superare criticità, insufficienze e ritardi. Condizione essenziale, tuttavia, per rispondere ai bisogni e alle aspettative dei cittadini è collocare le politiche di sviluppo urbano dentro la programmazione regionale. Concentrare e qualificare la spesa, evitarne la dispersione clientelare è un obiettivo non scontato: anche per questo l’adozione di qualificati e idonei strumenti di pianificazione urbanistica (PUG) e di programmazione (Piano di sviluppo cittadino) risultano essenziali per ottenere il sostegno finanziario regionale e nazionale. 

Poi, fondamentali nella formazione di un Piano Urbanistico Generale sono la partecipazione e la condivisione.

Per questo, come Sinistra Italiana, riteniamo utile e opportuno organizzare per il prossimo 13 aprile un incontro pubblico, coinvolgendo gli amministratori, gli operatori economici e i sindacati, ordini professionali, associazioni culturali e università  perché il PUG non riguarda solo gli amministratori che dovranno votarlo ma la città intera, le sue articolazioni civili e i corpi intermedi. 

Secondo alcuni, il necessario concetto di “responsabilità” per l’urbanistica deve condurre ad agire con uno sguardo dall’alto, in senso sia geografico che temporale, praticando la lungimiranza: nella consapevolezza che il paesaggio urbano è una costruzione sociale, che la forma della città è intrinseca all’idea di cittadinanza e di democrazia. Anche per questo non appaiano oziose le domande se Lecce è una città pensata per le persone e se le sue classi dirigenti la vogliono per davvero più sostenibile ed inclusiva; e se essa è capace di attrarre imprese, lavoro e giovani.

Occorre accelerare per il bene di Lecce e dei leccesi ma nel farlo bisogna tenere insieme tutto ciò che compone il tessuto cittadino.

Il tema è politico, in quanto alla natura delle scelte ed alle modalità della loro partecipazione pubblica. È necessario che le istituzioni della città-giunta e consiglio- assumano la  responsabilità e la direzione di una progettualità aperta e partecipata, strategica e condivisa.